Il dottor Federico Zanotti ha compiuto cento anni

Dal 13/10/2020 Al 13/10/2021
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Il dottor Federico Zanotti ha recentemente raggiunto la ragguardevole età di cento anni. Socio fondatore della Sezione CAI di Faenza nel lontano 1946, da allora ha sempre rinnovato la tessera di Socio e seguito con attenzione l’attività della Sezione, anche se non sempre ha potuto partecipare alle manifestazioni.
A Lui la Sezione dedica un ricordo sotto forma di targa ceramica, ed a Lui vanno gli auguri personali del Presidente Generale del CAI, Vincenzo Torti.
Di seguito una breve intervista a Federico Zanotti fatta in occasione dei settanta anni dalla fondazione della Sezione di Faenza e pubblicata sul numero 112 del Bollettino sezionale.

INTERVISTA AL DOTTOR FEDERICO ZANOTTI

Nel mese di aprile del 1946 fu presentata da un gruppo di faentini alla Sede Centrale del CAI la richiesta di costituire a Faenza una Sottosezione del CAI di Bologna. L'autorizzazione fu trasmessa alla stessa Sezione di Bologna il 9 maggio 1946. L’idea di aprire una sottosezione a Faenza era nata in particolare da Federico Zanotti e Claudio Silimbani, entrambi studenti universitari a Bologna.
Ci stiamo avvicinando al settantesimo anniversario di questo evento e ne abbiamo parlato proprio con il Dottor Federico Zanotti, decano dei Soci CAI di Faenza. L’incontro è stato anche l’occasione per consegnargli una targa-ricordo quale ringraziamento per il suo straordinario impegno in favore della nascita e della crescita della Sezione CAI di Faenza e della passione per la montagna nel nostro territorio.
Federico Zanotti, con cordialità e pazienza, ci ha raccontato molti episodi della sua vita e della storia del CAI faentino. Aveva cominciato a praticare la montagna negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale, come attestano alcune vecchie foto pubblicate in un Bollettino CAI di venti anni fa.
Era anche un esperto sciatore, con un quarto posto conquistato in una gara a Roccaraso; quando fu chiamato per l’arruolamento nell'esercito al Distretto di Ravenna il suo nome era già stato inserito nell’elenco degli alpini.
Gli alti ufficiali degli alpini selezionavano i giovani da inquadrare nel corpo ufficiali in base alle caratteristiche adatte per la montagna che avevano già dimostrato in precedenza. La sua predisposizione per lo sci fu determinante. Appena arruolato gli consegnarono subito la gavetta grande, quella tipica degli alpini, indispensabile per le situazioni in cui si fossero trovati per lungo tempo senza rifornimenti.
Zanotti aveva raggiunto il grado di tenente quando il suo reparto, dislocato in Alto Adige, la seconda Artigliera Alpina Tridentina, fu sorpreso dall’armistizio dell’8 settembre. Lui era in un ristorante a Merano a mangiare; un attendente del capitano lo richiamò in fretta e furia perché era stata presa la decisione, in mancanza di ordini superiori, di spostarsi in Val Venosta dove c’erano le fortificazioni difensive del “Vallo Alpino del Littorio”. Tentarono di entrare nei fortini, ma non trovarono le chiavi per aprire le porte! Come soluzione di ripiego si posizionarono con l’artiglieria accanto ai fortini stessi, ma i reparti italiani furono facilmente presi alle spalle da una delle più forti divisioni tedesche presenti in quella parte d’Italia.
Ci racconta, Zanotti, di essere rimasto prigioniero nei campi di raccolta degli ufficiali per tutta la durata del conflitto, prima in un ex-forte russo sulla Vistola in Polonia e poi, dopo l'inverno, in Germania dove la condizione fu molto più dura. Terminata la guerra rimase altri cinque mesi a Düsseldorf, sotto gli anglo-americani. Rientrò a Faenza il 27 agosto del 1945 con una tradotta americana. Furono ben quattordici gli ufficiali faentini che rientrarono tutti insieme dalla prigionia. Oggi sono rimasti solo in due, lui e l’amico Sante Ravaioli.
Riprese gli studi a Bologna, laureandosi prima in Chimica e poi in Farmacia. All’Università frequentava molti giovani che avevano la passione per la montagna e a Faenza alcuni ex-alpini pensarono di organizzarsi con il CAI, chiedendo l’autorizzazione alla Sede Centrale di costituire una Sottosezione della Sezione bolognese. Senza questo atto lungimirante compiuto da Federico Zanotti e da questo primo gruppo di Soci fondatori, noi oggi non potremmo raccontare la storia del CAI di Faenza.
Durante il militare Federico Zanotti aveva fatto un corso di roccia incontrando un istruttore che sarebbe diventato un alpinista molto celebre, l’allora sergente Bruno Detassis, con il quale rimase amico anche dopo la guerra incontrandosi spesso. Detassis era stato istruttore di alpinismo nella scuola militare di Aosta, fu fatto prigioniero a Merano e liberato anch’egli nel 1945. Famoso per le sue imprese alpinistiche, molti escursionisti lo ricordano come gestore per alcuni decenni del rifugio Brentei, al punto da essere chiamato “il custode del Brenta”, fino alla sua morte avvenuta nel 2008 alla bella età di 97 anni.
Riprendendo il discorso sulla nascita del CAI di Faenza, Zanotti ricorda alcuni nomi che parteciparono con lui a quell’avventura: oltre al già citato Claudio Silimbani, c'erano Teo Gaudenzi, Mario Missiroli ed Enrico Caldesi. Gaudenzi era stato, negli anni prima della guerra, un importante tennista di livello nazionale e internazionale e, successivamente, era diventato dirigente nella sezione lotta del Club Atletico Faenza.
Prima della guerra le Sezioni CAI più vicine erano a Forlì e a Ravenna; quest'ultima a un certo punto cessò l’attività, per riprenderla solo molto più tardi nel 1981, come Sottosezione di Faenza.
Proprio a Forlì erano iscritti importanti alpinisti faentini di livello nazionale come Virgilio e Italo Neri, legati anch’essi da un forte rapporto di amicizia con Federico Zanotti. A loro sono state dedicate alcune vie di alpinismo. Virgilio Neri fu poi uno dei più importanti dirigenti della Resistenza faentina e nazionale durante la guerra. Virgilio e Italo venivano spesso a Faenza e passavano delle ore nel negozio di Gaudenzi. Virgilio Neri andava ad arrampicare in Pietramora e i suoi chiodi piantati saldamente nella roccia rimasero al loro posto per moltissimi anni, tanto da essere usati anche dai primi arrampicatori della scuola di alpinismo del CAI di Faenza e anche da Zanotti stesso.
Ricorda quando da studente liceale, la domenica in inverno con il gruppo degli amici (anche da Ravenna, Brisighella e Marradi) salivano sulla Littorina che partiva da Ravenna e passava da Faenza per Firenze; scendevano a Crespino per andare a sciare agli Ortacci. Un abitante di Crespino aveva una mula, sulla quale caricavamo gli sci fino agli Ortacci, impiegando oltre due ore di cammino. Percorrevano un buon sentiero malgrado la neve e con un discreto dislivello. Agli Ortacci la neve non era battuta e quindi dovevano preparare una pista che era al massimo di 20 metri. La famiglia che abitava nella casa degli Ortacci era molto ospitale e lasciavano lì il sacco con i viveri  e andavano a sciare. Zanotti ricorda molto bene il bellissimo ed enorme focolare della casa.
Nei primi anni di attività della Sezione del CAI l'interesse dei soci era rivolto prevalentemente allo sci, in particolare praticato sull'Abetone, dove erano cresciuti importanti sciatori come Zeno Colò, medaglia d'oro olimpica nel 1952, e Gualtiero Petrucci, vincitore del primo campionato italiano negli anni trenta con un paio di sci di legno di frassino che si era costruito da solo.
Zanotti, oltre allo sci, praticava anche l'alta montagna e ricorda le scalate in vetta al Monte Bianco e al Monviso. E' ritornato al Pian del Re recentemente e non riesce a nascondere la delusione provata nel vedere quelle zone in uno stato di quasi abbandono rispetto agli anni quando frequentava quelle montagne.
La Sezione organizzava anche le uscite escursionistiche domenicali, che inizialmente vedevano una partecipazione non molto alta, mediamente sei o sette Soci, scegliendo le zone più facilmente raggiungibili dalla Littorina, oppure la zona della Futa.
Dal 1949 al 1974 il Dottor Federico Zanotti fu il presidente della Sezione CAI di Faenza. Un lungo periodo che favorì la crescita della base sociale con l'entrata di molti nuovi iscritti che assumeranno in seguito importanti incarichi nella Sezione.
Nel primo periodo il punto di ritrovo dei Soci era praticamente la bottega di Teo Gaudenzi. Poi fu individuata una sede per le riunioni presso l’albergo Vittoria in una stanza al piano terra accanto all’attuale bar. Finalmente, in tempi più recenti, fu aperta una vera e propria sede in via Pascoli.
Lasciata la presidenza, Zanotti mantenne un forte legame con il CAI, partecipando regolarmente alle assemblee sociali annuali e a molti eventi pubblici organizzati a Faenza e anche a livello regionale. Ricorda, con aria divertita, una situazione molto buffa. Luigi Rava, allora vice-presidente nazionale del CAI, lo invitò a partecipare all'inaugurazione del rifugio Scaffaiolo nel Corno alle Scale. Rava era parte del gruppo delle autorità locali e regionali, sia istituzionali, che del CAI. Dopo i discorsi di rito, chi stava osservando la scena capì che tra le rappresentanze istituzionali non si riusciva a trovare un accordo su chi doveva tagliare il tradizionale nastro. A un certo punto, quando la situazione stava diventando imbarazzante, Luigi Rava con uno scatto repentino, impugnò le forbici e tagliò il nastro mettendo tutti d'accordo.
Ormai la piacevole chiacchierata con il Dottor Federico Zanotti è al termine e ci apprestiamo a congedarci, ma quasi per caso qualcuno dei presenti ricorda una delle montagne che erano state elencate qualche minuto prima: la Futa. Dalla Futa passava la gara delle “Mille Miglia” e inevitabilmente il discorso cade sulle sue tre partecipazioni a questa straordinaria competizione, con una vittoria conquistata nella categoria del Gran Turismo. Ottenne altri importanti piazzamenti alla guida di una Alfa Romeo Giulietta e dopo di una potente BMW.
L’incontro sta veramente terminando, ma resta il tempo per guardare una bellissima foto in bianconero di un’auto francese, la Dyna Panhard degli anni cinquanta, guidata da Federico Zanotti mentre partecipa nella mitica corsa in salita della Bologna-San Luca.
La montagna, per Zanotti, si affrontava in tanti modi, anche con una bellissima e rombante auto sportiva!